Apple, Tim Cook difende la privacy degli smartphone

Tim Cook si dichiara a favore della protezione della privacy degli smartphone “I dati degli utenti devono rimanere segreti”.

Il CEO di Apple Tim Cook si è espresso contrario alle “backdoor” in grado di leggere i dati degli utenti dai loro smartphone, in quanto violerebbero la privacy del singolo individuo. Proprio in questi giorni alla Casa Bianca si sta discutende sulla possibilità di inserire nei dispositivi di nuova produzione dei meccanismi in grado di bypassare le protezioni convenzionali in modo da monitorare le persone. Tim Cook ha invece controbattuto che questi dispositivi potrebbero finire in mano a terzi, e quindi in mano alle persone sbagliate. La risposta negativa del CEO di Apple significa un chiaro rifiuto alle insistenti richieste del capo del Federal Investigation Bureau, FBI, James Comey, che invece chiede alle aziende produttrici di integrare una specie di porta in grado di cifrare alcuni tipi di dati altrimenti inaccessibili.

Già nello stato di New York è in atto un disegno-legge che obbligherebbe, senza distinzioni, ogni società produttrice di dispositivi mobile ad integrare dispositivi che consentano alle forze dell’ordine sparse sul territorio di bypassare le funzioni di cifratura convenzionali. Proprio Apple con il precedente lancio di iOS 8, datato Settembre 2014, aveva scelto un sistema di crittografia inaccessibili nemmeno dalla stessa azienda di Cupertino, anche su mandato delle autorità competenti. A guidare la delegazione della Casa Bianca, a favore di questa nuova legge di controllo, nel summit di San José, California, erano presenti oltre che il capo del FBI anche Denis McDonough, ovvero il capo dello staff del presidente Barack Obama, il capo dell’NSA (National Security Agency) Mike Rogers, ed infine anche James Clapper, capo dell’Intelligence statunitense.

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Pietro Masala