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Consumi energetici, se superi queste soglie il valore della tua casa crolla

Il caro bollette ha messo in luce una delle tante problematiche degli immobili italiani: la classe energetica.

Uno studio di Immobiliare.it Insight, la business unit di Immobiliare.it, ha condotto un’analisi di mercato dalla quale è emerso che il 76% di essi è a bassa efficienza energetica (classe E o inferiore), in aumento di quasi il 10% rispetto a 5 anni fa.

Dalla analisi di mercato si è rilevato, inoltre, che soltanto l’11% si qualifica come ad elevata efficienza (classe A o superiore) e, quasi sempre, si tratta di edifici di nuova costruzione. Di edifici di vecchia costruzione in classi energetiche elevate ne troviamo pochissimi. Sono come mosche bianche.

Rispetto al 2017 c’è stata un’impennata di quasi il 70% di case in classe A. Ciò è dovuto dall’abbondanza di edifici green o riqualificati. Ma non solo! C’è difficoltà a far uscire dal mercato (vendere), dati i costi elevati, immobili di questo genere.

Quali sono le classi energetiche?

La valutazione dell’efficienza energetica degli edifici in Italia prevede la suddivisione in 10 classi energetiche. Partiamo da quella più bassa, dalla peggiore. La Classe energetica G è una certificazione ottenuta in genere da edifici piuttosto datati, costruiti oltre 40 anni fa. In questo caso la casa presenta un’elevata dispersione termica. I costi per riscaldare e raffrescare l’immobile in inverno e in estate sono notevoli. Ha un punteggio di 1 e i consumi sono superiori a superiore a 3,50 EP (prestazione energetica.

Segue la Classe energetica F, di cui fanno parte edifici energivori e poco performanti, dotati di impianti termici non efficienti e senza alcun tipo fonte di energia rinnovabile. Ha punteggio 2 e il consumo va tra i 2,60 e i 3,50 EP. Salendo in questa scala abbiamo la Classe energetica E le cui abitazioni rappresentano la maggior parte degli immobili presenti oggi nel nostro Paese. Dispongono di norma di un impianto di riscaldamento a gas metano, hanno un livello di isolamento termico superiore, tuttavia non sono ancora edifici energeticamente efficienti. Punteggio 3 e consumi tra i 2,00 e i 2,60 EP.

La classe D si riferisce agli stessi edifici della classe energetica E, a differenza di un migliore isolamento termico dell’immobile. Punteggio 4. I consumi oscillano tra 1,50 e 2,00 EP. Le case omologate di classe energetica C sono immobili che iniziano ad essere più efficienti, in quanto sono state introdotte alcune migliorie. Si tratta ad esempio della sostituzione del vecchio impianto a gas con una caldaia a condensazione, di valvole termostatiche avanzate per la gestione del calore nelle stanze e di un buon coefficiente di isolamento termico. Punteggio 5. Consumi tra 1,20 e 1,50 EP.

Gli edifici di classe energetica B sono abitazioni di recente costruzione, oppure immobili in cui sono stati eseguiti degli interventi di ristrutturazione per la riqualificazione energetica. Queste abitazioni assicurano un discreto risparmio sui consumi, con la possibilità di ridurre costi in bolletta ed emissioni di gas serra. Punteggio 6. Consumi tra 1,00 e 1,20 EP.

Discorso diverso per l’ultima classe energetica o, dir si voglia, la prima

La classe energetica A è la migliore, un’abitazione con un elevato isolamento termico, un impianto di riscaldamento ad alta efficienza, serramenti di qualità, elettrodomestici di classe A e l’utilizzo delle fonti rinnovabili. Questa classe si suddivide a sua volta in 4 sottoclassi:

  • Classe energetica A1 | Punteggio 7 | Consumi tra 0,80 e 1,00 EP
  • Classe energetica A2 | Punteggio 8 | Consumi tra 0,60 e 0,80 EP
  • Classe energetica A3 | Punteggio 9 | Consumi tra 0,40 e 0,60 EP
  • Classe energetica A4 | Punteggio 10 | Consumo massimo fino a 0,40 EP

Più la classe energetica è bassa, più l’immobile si svaluta

Questo è ciò che c’è da sapere. Chi nel 2017 ha deciso di investire in una casa in classe E di efficienza energetica, la più bassa, attirato dal prezzo conveniente, ha visto il proprio immobile perdere di valore. Infatti, il valore di questi immobili ha avuto una flessione dell’ 8%.

Le abitazioni in classe A (la più efficiente), al contrario, si sono rivalutate del 2% in cinque anni. Le abitazioni in classe media hanno conosciuto un aumento di valore del 5%, passando da 2.073 euro al metro quadro a 2.168.

È, invece, la categoria media (dalla B alla D) la più appetibile e quella più facilmente efficientabile. Infatti, negli ultimi 5 anni questa categoria ha ridotto man mano la sua presenza sul mercato immobiliare dati anche i costi più accessibili rispetto alle categorie superiori.

Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it, ribadisce che il patrimonio immobiliare italiano sia vecchio. La maggior parte delle case abitate risale agli anni ’60 e ’70 del secolo scorso. In quel periodo non erano sviluppati né le tecnologie a supporto dell’efficienza energetica, né la sensibilità verso tematiche ambientali.

Il costo del mancato ammodernamento verso una maggiore efficienza energetica, conclude Carlo Giordano, lo vedremo quest’anno. Gli aumenti nel prezzo di luce e gas impatteranno in maniera significativa sul bilancio famigliare di quanti vivono ancora in immobili fortemente energivori.

Per concludere, efficientamento energetico e valore dell’immobile, vanno di pari passo. E se efficientare la casa, vuol dire ottenere anche un risparmio sui consumi di energia, sarebbe il caso di pensarci su e iniziare i lavori per una casa più green, più sostenibile.