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Maxi multa per Vodafone: inganna i clienti con gli sms I Se hai ricevuto questo messaggio stai attento anche tu

Il Garante per la Protezione dei Dati Personali (GPDP), noto come Garante della privacy, è un’autorità amministrativa indipendente italiana,

Questa autorità è istituita dalla legge 31 dicembre 1996, n. 675, per assicurare la tutela dei diritti e delle libertà fondamentali e il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali. Dal 2020 l’autorità è presieduta dal giurista italiano, di origini irpine, Pasquale Stanzione.

Tra i diversi compiti del Garante rientrano quelli di controllare che i trattamenti dei dati siano effettuati nel rispetto delle norme di legge ed eventualmente disporre agli attori interessati dal controllo le opportune modifiche affinché i suddetti trattamenti siano conformi ai diritti e alle libertà fondamentali degli individui. Inoltre, deve ricevere ed esaminare i reclami e le segnalazioni e provvedere ai ricorsi presentati dagli interessati e vietare anche d’ufficio i trattamenti illeciti o non corretti ed eventualmente disporne il blocco.

Inoltre, deve promuovere la sottoscrizione di codici di deontologia e buona condotta di determinati settori e segnalare al Governo e al Parlamento l’opportunità di provvedimenti normativi richiesti dall’evoluzione del settore. Altro compito è quello di curare la conoscenza tra il pubblico della disciplina in materia di trattamento dei dati personali e delle relative finalità e in materia di misure di sicurezza dei dati.

Ha il dovere di predisporre una relazione annuale sull’attività svolta da presentare al Governo e al Parlamento. E il diritto di essere consultato da Governo o Ministri quando questi predispongono norme che incidono sulla materia. Ha “Potere autorizzatorio”, come derubricato nel decreto legislativo n. 196/2003. Da questo si evince che i dati sensibili possono essere oggetto di trattamento solo con il consenso scritto dell’interessato e previa autorizzazione del Garante. Ha, ovviamente, anche “Potere sanzionatorio”. Le sanzioni applicabili dal Garante spaziano dall’ambito amministrativo a quello penale.

Il Garante della Privacy ha, di recente, comminato una multa a Vodafone di 500000 euro.

La multa è stata ricevuta da Vodafone dal Garante per messaggi incomprensibili. Vediamo più nel dettaglio il perchè della decisione. No secco da parte dell’Autorità in questione, come già accennato, a messaggi e telefonate incomprensibili e a contatti promozionali indesiderati.

Questi messaggi sono stati usati dall’azienda per spingere gli utenti telefonici, in special modo gli anziani, a sottoscrivere nuovi contratti. Il Garante della privacy ha ribadito di aver sanzionato Vodafone Italia con una multa di 500mila euro. Il motivo è legato al reclamo presentato da una signora ultraottantenne.

La vittima si era vista trasferire, contro la sua volontà, la propria utenza telefonica da un altro operatore a Vodafone. La società dovrà inoltre controllare il corretto operato dei call center esterni utilizzati per campagne di telemarketing, in particolare nel momento dell’acquisizione del consenso per finalità pubblicitarie e nella registrazione vocale dei contratti.