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Scaldabagno, è meglio sempre acceso o quando ti serve? La risposta degli esperti smonta un falso mito

In tempi di crisi economica e sociale come questi, la prima cosa a cui si pensa è risparmiare soprattutto sulle bollette.

I primi responsabili di questi rincari sono gli elettrodomestici. infatti, questi sono molto energivori e il loro utilizzo fa lievitare di molto i costi in bolletta. Uno dei più energivori è, senza dubbio, lo scaldabagno. E lo è soprattutto quando non viene utilizzato correttamente. In pratica, il boiler permette di riscaldare l’acqua attraverso una resistenza regolata da un termostato.

La sua attività si ferma solo una volta raggiunta la temperatura impostata. Ed il tempo impiegato per farlo dipende da molti fattori. Tra questi un ruolo fondamentale lo detiene sia la zona in cui si abita sia il periodo dell’anno in cui ci si trova. Questo principio è valido sia se resta sempre acceso sia se viene acceso soltanto nel momento del bisogno.

Tenerlo sempre acceso vuol dire avere sempre acqua calda a disposizione e subito. Accenderlo al momento del bisogno significa dover aspettare un po’ di tempo per avere la necessaria quantità di acqua calda. Ci sono numerosi consigli circa il suo utilizzo ai fini di un risparmio sostanzioso. Li passeremo in rassegna e capiremo se è meglio tenerlo acceso sempre o accenderlo all’occorrenza.

Scaldabagno acceso o spento? Consigli utili degli esperti.

Iniziamo dal comprendere i reali consumi di questi dispositivi. Prendendo in esame uno scaldabagno da 1000 watt, se lo si tiene acceso per sei ore al giorno, si avranno consumi annui intono ai 2000 kWh. Ma ci sono studi che sostengono che il peso relativo ai consumi in bolletta sia pari ad una percentuale intorno al 70ù%§. il primo consiglio riguarda il termostato.

Non c’è bisogno di impostare una temperatura altissima per l’acqua. basterebbero  50° C in inverno e 40° C in estate. In questo modo si eviterebbero consumi stratosferici. Anche la dimensione fa la differenza. Infatti, bisognerebbe acquistarne uno congeniale alle esigenze del nucleo familiare per avere un risparmio considerevole.

Infatti, una famiglia piccola non ha bisogno di un boiler enorme. Una manutenzione costante, poi, permette al dispositivo di funzionare meglio e consumare meno energia. Anche la posizione in casa fa la differenza. Quella ideale non è accanto a pareti esterne né vicino a finestre e balconi. La posizione giusta è vicino agli elettrodomestici e agli impianti da alimentare con acqua calda.  Insomma, piccoli accorgimenti che non costano nulla.

Quanto tempo tenerli accesi?

Vi sembrerà strano, ma non c’è una regola precisa per questo. In realtà, l’unica cosa risaputo è che tenerlo sempre acceso ha come conseguenza consumi stratosferici e, quindi, costi alti in bolletta. Non c’è, però, un range orario di riferimento, ovvero non c’è una regola che sostenga quanto tempo devono restare accesi. La cosa importante sarebbe tenerlo spento quando non lo si utilizza ed accenderlo quando se ne ha bisogno.

Ma questa regola vale per i nuclei familiari piccoli. in presenza di nuclei familiari grandi, accenderlo e spegnerlo risulterebbe più dispendioso rispetto a tenerlo sempre acceso. In conclusione, la regola fondamentale è tenerlo acceso in base alle esigenze del nucleo familiare. Magari possiamo farci aiutare da un timer di accensione e spegnimento in modo da regolarne l’accensione durante le ore notturne per far sì che al risvegli ci sia l’acqua calda necessaria.