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“Le aspirapolveri robot ci spiano”: cosa sappiamo delle foto diffuse sul web e scattate dagli elettrodomestici I La storia è inquietante

Molto spesso ci sentiamo osservati quando siamo in giro per una passeggiata, o quando siamo fuori per commissioni.

Capita, a volte, di sentirci osservati e spiati anche all’interno delle nostre casa. E imputiamo queste sensazioni a persone che ci sono vicine in quel momento o anche e soprattutto ai nostri vicini di casa che, per assunto, non riescono mai a farsi i fatti propri. Ma mai avremmo pensato di essere spiati all’interno delle nostre case dai dispositivi in nostro possesso. E’ una cosa alquanto inquietante. E di questo parleremo nell’articolo.

Infatti, è notizia di pochi giorni fa di foto girate sul web, scattate proprio da un dispositivo presente nelle abitazioni e che aiutano nelle faccende domestiche di tutti i giorni. Stiamo parlando dei robot aspirapolvere Roomba. E pensare che alcuni lo hanno accolto in casa come se fosse uno di famiglia. Un qualcosa su cui contare per evitare di stressarsi con le pulizie domestiche. E invece? Cosa fa?

Il robot aspirapolvere Roomba ci spia e ci fotografa finanche nei momenti più intimi.

Avete capito bene. Questi aspirapolveri ci spiano. E non è solo questo il problema. Il vero dramma è che scattano anche foto e le inviano alla start up Scale Ai. Questa ha dipendenti in tutto il mondo che hanno il compito di etichettare tutto ciò che il robot fotografa, dai mobili alle suppellettili e, purtroppo, anche gli esseri umani. Tutto ciò avviene grazie alla telecamera presente sul dispositivo. Ciò, però, dovrebbe servire a far si che l’aspirapolvere in questione riconosca tutti i punti dell’abitazione.

Quindi deve fungere da memoria in modo da permetterle di lavorare in casa evitando gli ostacoli. Quello che è successo in America, però, ha dell’incredibile. La macchina in questione ha scattato delle foto che dire intime è riduttivo. E c’è un caso emblematico in tal senso. C’è una povera malcapitata le cui foto sono, addirittura, girate sul web.

E questa persona era seduta in bagna ad espletare i suoi bisogni. Le foto fatte da questo dispositivo sono riconoscibilissime dato che hanno tutte lo stesso orientamento, cioè dal basso verso l’alto. Come è stata possibile una cosa del genere? C’è poco da scervellarsi per trovare una risposta. Ricordate gli etichettatori accennati poco fa? Ecco, la colpa è loro. Infatti, le foto hanno fatto il giro di social come Facebook e Discord, prima in gruppi privati, poi sono arrivati alla mercè di tutti.

Dal canto suo, la casa produttrice ha specificato che non si tratta di dispositivi in commercio, ma sperimentali. E, addirittura, gli utenti che hanno accettato di prendere parte alla sperimentazione, sapevano anche quando questi stavano registrando poiché appariva una scritta che li avvisava. Ma resta una cosa, la più importante, da capire.

Che fine farà la nostra privacy? Quanto siamo tutelati in questo senso? E’ vero, l’intelligenza artificiale ci aiuterà a svolgere i nostri compiti quotidiani, ma a che prezzo? IRobot, la società produttrice dei robot aspirapolvere, dopo questo polverone mediatico ha annunciato la fine del rapporto di collaborazione con la Start Up incriminata. Ma è ancora poco. C’è bisogno di maggior chiarezza e, soprattutto, di maggior tutela.