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Questo esperimento fa salire le possibilità che su Marte ci siano davvero i “marziani” I “Per i batteri condizioni ideali per sopravvivere”

Quando si tratta di Universo, gli scienziati sono sempre all’opera e lavorano senza sosta per avere risposte sui quesiti più importanti.

Ed uno di questi è relativo alla presenza o meno di vita sui Pianeti più vicini a noi. Ma anche su quelli più lontani. Insomma, gli scienziati fanno studi e ricerche per scoprire se c’è stata vita o meno in quei luoghi sconosciuti e se c’è probabilità di trovarne. Un’attenzione particolare è stata data soprattutto ad uno dei Pianeti del nostro Sistema Solare.

Stiamo parlando di quello che tutti chiamano “Pianeta rosso”. Ovviamente, lo conosciamo anche per nome. Il Pianeta in questione è Marte. Ed è questo l’oggetto dell’articolo. In particolare, si parlerà di alcune sperimentazioni fatte da alcuni scienziati di un team della Northwestern University in Illinois, negli Stati Uniti d’America.

Batteri e organismi unicellulari possono sopravvivere tranquillamente per anni alle condizioni ostili presenti su Marte.

In pratica, questo team di ricercatori non ha fatto altro che riprodurre in laboratori le condizioni estreme presenti sul Pianeta. Questo riguardano la mancanza di acqua e il freddo gelido che lo caratterizzano. La conclusione è a dir poco stupefacente. I batteri ed altri organismi potrebbero essere sopravvissuti per molti anni.

Si pensa siano sopravvissuti per ben 280 milioni di anni. Inoltre, gli scienziati sono quasi certi di poterli trovare nel sottosuolo del Pianeta se si venisse a conoscenza che questo pianeta, ormai divenuto tanto caro a tutti, abbia ospitato nel tempo forme di vita. Per riuscire nel loro intento questi scienziati hanno fatto una cosa mai pensata e messa in pratica prima d’ora. Hanno messo in atto un metodo totalmente nuovo.

In pratica, prima di sottoporli a radiazioni simili a quelle presenti su Marte, li hanno prima privati dell’acqua presente al loro interno e poi li hanno congelati. Una volta compiuti questi processi e dopo averli sottoposti alle radiazioni, hanno fatto la conta dei danni. E quello che ne è venuto fuori è stato davvero stupefacente. Le radiazioni sono riuscite a scalfire poco gli organismi ibernati.

Ciò vuol dire che sono davvero molto resistenti. Addirittura hanno appurato che in quelle condizioni estreme hanno capacità di sopravvivere per milioni di anni. Facendo i dovuti calcoli si è arrivati anche ad ottenere un numero più o meno preciso di questi. Si tratterebbe di oltre 280 milioni di anni. Un numero davvero impressionante. Ed i ricercatori non stanno più nella pelle ed attendono con ansia il ritorno della missione spaziale su Marte.

In particolare, attendono i campioni prelevati dal rover “Perseverance” che ritornerà entro il 2027. Tutto ciò per comprendere se questa possibilità di vita lunga ne implichi un’altra, ossia la possibilità di vita su quel pianeta. Inoltre, secondo i ricercatori, prima di quel momento, ossia prima del ritorno delle missioni, bisognerà mettere a punto un metodo che sarà in grado di capire se i campioni siano effettivamente marziani e non contaminati. Staremo a vedere cosa succedere.