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Cervello, scoperto dove nascono e si nascondono le paure I “Aiuterà a capire come curare disturbi da stress post traumatico”

Cervello (Istock)
Cervello (Istock)

Nelle ultime ricerche è stato scoperto nel cervello proprio l’archivio delle paure: localizzata la sede sarà più facile approfondire le ricerche per quanto riguarda tutti i disagi da stress post-traumatico, perché alleggerendo il ricordo si potrà intervenire anche sullo stress causato. 

Per capire appieno la scoperta appena fatta sul cervello e sulle paure bisogna partire da un concetto cardine in psicologia: l’attivazione delle idee. I neuroni sono come tanti puntini concatenati da diramazioni, ogni diramazione ha dei nodi, questi nodi costituiscono i pensieri, che si legano e si attivano tra di loro durante tutto il giorno, anche quando dormiamo. Ad esempio al pensiero di una mela, non si attiverà solo il nodo ‘mela’ ma l’attivazione si propagherà anche ai nodi legati a quel concetto, ad esempio ‘rosso’, ‘frutto’, ‘freddo’ e così via.

In quella frazione di secondo si creerà il pensiero. Le nostre strutture cerebrali permettono le attivazioni dei pensieri anche grazie ai ricordi, remoti e recenti. La paura è la sensazione primordiale, quella che ci accomuna agli animali: aver paura ci salva perché mette il proprio io in allarme in situazioni di pericolo, è una sorta di istinto di difesa.

Quando i pensieri e gli eventi in cui veniamo coinvolti ci ricordano un evento passato, non siamo noi che attivamente lo ricordiamo, si tratta di un pensiero del tutto inconscio. Nelle ultime ricerche è stato scoperto nel cervello proprio l’archivio delle paure: si trova nella corteccia prefrontale e conserva i ricordi di eventi traumatici lontani nel tempo. Lo dimostra uno studio sui topi condotto dai ricercatori dell’Università della California a Riverside.

Localizzata la sede dei ricordi: il cervello divide ricordi remoti da ricordi recenti

Collegamenti neuronali (Istock)
Collegamenti neuronali (Istock)

I risultati, pubblicati su Nature Neuroscience, potrebbero aprire la strada a nuove terapie per combattere le paure croniche tipiche del disturbo da stress post-traumatico (Ptsd). Nel cervello i ricordi recenti e quelli remoti vengono immagazzinati attraverso meccanismi differenti.

Precedenti studi hanno suggerito che il ricordo pauroso si forma inizialmente nell’ippocampo, ma con il passare del tempo matura e tende a slegarsi da questa regione. Per capire come viene archiviato in maniera definitiva, i ricercatori si sono concentrati su una parte della corteccia cerebrale (quella prefrontale) che era già nota per il suo ruolo nel consolidamento dei ricordi remoti. L’esperimento è stato fatto su topi di laboratorio: hanno sottoposto gli animali ad uno stimolo negativo all’interno di un particolare contesto ambientale e hanno studiato la loro reazione ogni volta che venivano riportati in quell’ambiente a distanza di tempo.

In questo modo “abbiamo scoperto che alcuni neuroni all’interno della corteccia prefrontale, chiamati neuroni della memoria, erano attivi durante l’evento traumatico iniziale e venivano riattivati durante il richiamo del ricordo traumatico remoto”, ha così spiegato il biologo Jun-Hyeong Cho che ha guidato lo studio.

“Sono i circuiti della memoria prefrontale che vengono progressivamente rafforzati dopo eventi traumatici e questo rafforzamento gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui i ricordi della paura maturano in forme stabilizzate nella corteccia cerebrale per l’archiviazione permanente”. In futuro il team di Cho proverà a indebolire selettivamente i circuiti della memoria prefrontale per verificare se questa manipolazione permette di sopprimere il richiamo dei ricordi traumatici remoti.