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Covid, come capire se hai i geni dell’uomo di Neanderthal I Sei molto più a rischio

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Neanderthal e Covid – TheMagazineTech

Durante gli ultimi anni abbiamo dovuto affrontare diverse crisi, sia dal punto di vista economico ed energetico, che hanno interessato in maniera preponderante l’Europa, diffondendosi a macchia d’olio in men che non si dica, soprattutto a seguito dei conflitti scoppiati in Ucraina. 

Oltre a questo un altro problema molto importante significativo è stato senz’ombra di dubbio rappresentato dalla pandemia da SARS-CoV-2, che ha interessato tutto il mondo dal 2020 in poi per ben 3 anni circa, portando purtroppo a milioni e milioni di morti.

Fortunatamente la situazione si è quasi completamente risolta, e ad oggi il rischio sembrerebbe essere arrivato al minimo, stando anche a quanto riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Sono però arrivati diversi studi scientifici, che dimostrerebbero che alcune persone portatrici di un particolare genere di Neanderthal presenterebbero un rischio maggiore di sviluppare una forma di Long-Covid che durerebbe per tutta la vita: scopriamo insieme di che cosa si tratta.

La sensazionale scoperta

Stando a quanto riportato da alcuni scienziati, infatti, più del 33% della popolazione all’interno di una qualsiasi città italiana presenterebbe questi geni originari dell’uomo di Neanderthal. Sarebbe proprio questo studio che avrebbe scoperto che, nel caso in cui una persona presenti i geni di Neanderthal, ci sarebbe una maggior predisposizione allo sviluppo della forma a vita di Covid.

Da quel che sappiamo ad oggi infatti il DNA di questa specie estinta circa 40’000 anni fa è associata a malattie autoimmuni, diabete di tipo 2 e cancro alla prostata, rappresentando un vero e proprio fattore di rischio nell’insorgenza di queste patologie. Lo stesso potrebbe dunque essere per quanto riguarda la forma di Long-Covid, motivo per il quale presenterebbe una maggior predisposizione.

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Remuzzi e uomo di Neanderthal – TheMagazineTech

Lo studio italiano

Un team di ricercatori italiani provenienti dall’Istituto Mario Negri avrebbe infatti rilevato in uno studio di popolazione alcune varianti di Neanderthal associate a un maggior rischio di contrarre una severa polmonite, con una necessità praticamente triplicata in termini percentuali di ricorrere alla ventilazione meccanica assistita.

Questo avrebbe portato alla conclusione degli scienziati in merito alla possibile correlazione tra la forma di Long-Covid e la presentazione dei geni di Neanderthal da parte dei nostri discendenti. A commentare la scoperta è stato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto, il quale avrebbe aggiunto che circa 3 dei 6 geni totali di Neanderthal presenterebbero questa maggior predisposizione. Non ci resta dunque che attendere ulteriori aggiornamenti a tal proposito da parte degli scienziati, che siamo certi non tarderanno ad arrivare nel corso delle prossime settimane o mesi a venire.